venerdì 9 dicembre 2016
LA TERRA DI TUTTI
In questi giorni a margine di diversi gruppi sul referendum del 4 dicembre, cosi' come in diversi talk shows, si sono infiammate discussioni concernenti casi concreti di violazione dei diritti italiani in favore di immigrati clandestini.
Non pochi sono poi gli esempi, con reportage giornalistici e video, concernenti inconcepibili atti di violenza da parte di molti di tali clandestini.
Sotto il profilo morale ci troviamo indubbiamente di fronte ad un enorme dilemma umanitario: da un lato gli oltre 4.000 morti annegati nel tentativo di una ricerca della libertà da zone di guerra, da sottosviluppo, carenze economiche vitali e quant'altro; dall'altro un paese che non puo' essere invaso impunemente da orde di persone provenieneti essenzialmente dal continente africano che, salvati ed aiutati, solo in parte sono disposti ad una vera integrazione mentre sempre di piu' sono coloro che, accortisi delle larghe maglie della nostra legge e degli eccessi di buonismo dei nostri governanti, prendono posizioni arroganti, attaccano le forze dell'ordine, dileggiano e sottopongono ad atti di violenza gratuita gli Italiani, violentano donne e persino bambine.
E' di tutta evidenza la incapacità della nostra classe politica passata e presente di governare in modo adeguato questo fenomeno che è già da tempo sfuggito ad ogni controllo.
Anch'io come tanti non posso restare indifferente a tutto questo, non posso nel contempo accettare posizioni troppo comode di chi propone soluzioni drastiche quanto inapplicabili, sia sotto il profilo umano che di effettiva realizzabilità.
Una ulteriore, anche se non ultima, riflessione concerne se questa problematica concerna solo l'Italia, l'Unione Europea o piuttosto non sia un problema di carattere internazionale la cui soluzione riguardi tutto il mondo civile del globo terracqueo.
Rientrando in aereo in questi giorno ho fatto questa ed altre riflessioni, giungendo alla conclusione che vada trovata una soluzione che consenta di affrontare il problema in modo da salvatre la vita a tutti coloro che affrontano per qualunque motivo e con qualunque obiettivo questi viaggi della speranza in un mare che spesso toglie loro la vita.
Le isole artificali sono ormai una realtà e potrebbero essere a mio avviso una valida alternativa all'accoglienza in uno dei paesi del bacino mediterraneo e non solo dell'Italia.
La loro costruzione in acque internazionali, idealmente in un punto mediano tra i punti di partenza e di destinazione, andrebbe affidata all'ONU o ad una delle strutture specifiche collegate; indispensabile a mio avviso una presenza militare di protezione da parte dei caschi blu.
Lo scopo primario sarebbe il salvataggio dei migranti con il loro accoglimento temporaneo in un ambito internazionale territorialmente e politicamente neutro, in attesa di definerne una ulteriore destinazione piuttosto che il rientro nel paese di provenienza.
Dopo una necessaria dase di avvio, in particolare per i lavori di costruzione, cui destinerei anche buona parte di coloro che tuttora sono presenti nei vari campi di accoglienza sia in Italia che altrove, nelle fasi successive alle attività di costruzione, funzionamento e manutenzione delle strutture dovrebbero essere adibiti anche i nuovi ospiti: il lavoro, in luogo dell'inattività cui oggi la maggior parte di questi migranti è costretta, secondo le conoscenze e capacità di ciascuno dovrebbe costituire l'elemento essenziale di recupero della dignità umana.
Ho quindi ritenuto interessante aprire un gruppo di discussione su questo argomento, con l'auspicio che magari si possa arrivare a proposte concrete in ambito internazionale che aiutino alla risoluzione di un problema tra i piu' importanti, assieme al terrorismo cui purtroppo in alcuni casi si coniuga, del nostro secolo.
https://www.facebook.com/groups/1416252398386329/permalink/1416280825050153/
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